Spartaco n. 76 |
Ottobre 2012 |
Il Gruppo trotskista di Grecia dice:
Votare il KKE! Nessun voto a Syriza!
La sezione greca della Lega comunista internazionale (quartinternazionalista) fa appello agli operai, alle minoranze e a tutti gli oppositori dell’austerità capitalista a votare per i candidati del Partito comunista di Grecia (Kke) il 17 giugno. La questione decisiva per la classe operaia greca è oggi il rifiuto degli attacchi devastanti dettati dalla troika [l’Unione europea, la Banca centrale europea e il Fondo monetario internazionale] e imposti dalla borghesia greca. Un voto di massa per il Kke, che si oppone all’Unione europea, sarebbe uno schiaffo agli imperialisti e ai loro lacché greci e uno stimolo alle battaglie difensive degli operai di tutta Europa.
Il Kke si è giustamente schierato contro la prospettiva di Syriza di tenere “la Grecia nell’Ue e nella Nato e di non toccare i rapporti di produzione capitalisti” (sito web del Kke, “Tra due dure battaglie”, 23 maggio). Nonostante le forti pressioni per l’unità, il Kke ha rifiutato gli appelli di Syriza a formare un governo (borghese) “di sinistra”. Syriza è favorevole all’Ue imperialista e all’euro, anche se sostiene di potere “rinegoziare” il pacchetto di austerità. Da internazionalisti proletari noi ci opponiamo per principio all’Ue imperialista (e alla sua valuta unica) come parte della nostra prospettiva degli Stati uniti socialisti d’Europa. Una società socialista non può essere realizzata all’interno dei confini della sola Grecia.
Il Kke nota giustamente che la forza principale all’interno di Syriza, la “coalizione di sinistra” (Synaspismos), ha votato a favore del Trattato di Maastricht nel 1992, è una sostenitrice dell’Ue e “si è unita alla campagna anticomunista contro l’Urss” (“Tra due dure battaglie”, 23 maggio). Oggi i gruppi pseudo-trotskisti come tra gli altri il Partito socialista operaio (Sek) e Xekinima, che a loro volta hanno inneggiato alla controrivoluzione in Unione sovietica, stanno alla destra del Kke, che anzi attaccano per il suo rifiuto all’offerta di Syriza di entrare in un governo con loro. Noi diciamo: abbasso l’Unione europea! Nessun voto a Syriza!
Il nostro appello a votare il Kke in queste elezioni è un’applicazione della tattica del sostegno critico sviluppata da Lenin in L’estremismo, malattia infantile del comunismo nel 1920. Pur appoggiando i candidati del Kke, abbiamo delle differenze programmatiche fondamentali. Il nostro programma è proletario, rivoluzionario ed internazionalista. Al contrario, il Kke si inchina al nazionalismo greco, che è il principale ostacolo alla costruzione di un partito rivoluzionario in Grecia. La sua prospettiva di “potere popolare” dissolve nel “popolo” il proletariato, l’unica classe che ha il potere di rovesciare il capitalismo e offusca la divisione in classi, la divisione fondamentale della società capitalista. Il populismo del Kke, che si esprime nella contrapposizione del “popolo” ai “monopoli”, è antitetico all’indipendenza di classe del proletariato dalla borghesia.
I violenti attacchi razzisti contro gli immigrati da parte delle squadracce fasciste di Chrysi Avgi (Alba dorata) evidenziano il bisogno urgente di mobilitare contingenti operai per difendere gli immigrati e per spazzare via questi vermi dalle strade. Il Kke possiede nei sindacati il peso sociale per farlo, ma il suo populismo nazionalista è una barriera perché ciò avvenga. Invece di mobilitare operai e immigrati contro Alba dorata, che rappresenta una minaccia per l’intera classe operaia organizzata, il Kke cerca voti negli stessi strati arretrati della popolazione che hanno votato per la feccia fascista, sostenendo che “I lavoratori che hanno votato per Alba dorata devono correggere il loro voto” (Comunicato stampa del Kke, 2 giugno).
Il Kke ammette che “negli anni Cinquanta e Ottanta, il Kke ha formato delle ‘alleanze di sinistra’” e sostiene di “aver tratto importanti conclusioni dall’esperienza sulla politica di alleanze e di non voler ripetere gli stessi errori” (“Tra due dure battaglie”, 23 maggio). Non si è trattato di errori ma di tradimenti che discendono dal suo programma stalinista. Nonostante oggi il Kke si rifiuti di partecipare ad un governo di coalizione, il partito non ha rotto politicamente col programma che l’ha portato a partecipare in passato a governi borghesi.
La nostra tendenza internazionale si è battuta attivamente, nei limiti delle sue risorse, per la difesa dell’Unione sovietica contro la controrivoluzione. Ci siamo anche battuti per una rivoluzione politica proletaria contro la burocrazia stalinista, la cui politica di “socialismo in un solo paese” e di “coesistenza pacifica” con l’imperialismo ha minato la difesa dell’Urss portando alla fine al trionfo della controrivoluzione nel 1991-92, una sconfitta per le masse lavoratrici di tutto il mondo.
Assieme a questo appello a votare per il Kke, stiamo distribuendo ampiamente l’articolo “Le banche affamano i lavoratori greci” (Workers Vanguard n. 1002, 11 maggio 2012), per introdurre ad una platea più vasta l’insieme delle nostre idee politiche. Cerchiamo di consolidare in una formazione politica le forze che concordano con le politiche espresse in quell’articolo. (5 giugno 2012)