Spartaco n. 69 |
Gennaio 2008 |
Manifestazioni di protesta accolgono la campagna mediatica sul libro Assassinato da Mumia e chiedono la liberazione immediata di Mumia Abu-Jamal
Libertà subito per Mumia Abu-Jamal!
Comunicato stampa del Partisan Defense Committee
Cori di “Mumia è innocente! Liberatelo subito!” sono risuonati il 6 dicembre davanti agli studi di New York dell’emittente Nbc, mentre Maureen Faulkner e l’annunciatore radiofonico di destra Michael Smerconish apparivano alla trasmissione di Matt Lauer Today, per promuovere il loro libro, Assassinato da Mumia. Il libro ricicla le menzogne usate dalla polizia e dall’accusa per incastrare Mumia Abu-Jamal con la falsa accusa di essere colpevole dell’assassinio dell’agente di polizia di Filadelfia Daniel Faulkner il 9 dicembre 1981. La Terza sezione della Corte d’appello potrebbe prendere una decisione sul caso di Mumia da un giorno all’altro ed è per questo che il libro dichiara esplicitamente il suo obiettivo, al cui centro vi è la richiesta dell’esecuzione di quest’uomo innocente.
International Concerned Family and Friends of Mumia Abu-Jamal (Familiari e amici di Mumia), Giornalisti per Mumia ed Educatori per Mumia, hanno lanciato una campagna con cui chiedevano alla trasmissione Today di permettere ai sostenitori di Mumia di rispondere alla Faulkner e a Smerconish. Dopo la protesta indetta il 6 dicembre dalla Coalizione per la liberazione di Mumia Abu-Jamal (New York), l’avvocato del Partisan Defense Committee Rachel Wolkenstein ha osservato: “La cosa evidente oggi, nella trasmissione Today e nelle strade, è che ci sono due fronti contrapposti: quelli che lottano per la libertà di Mumia sulla base della sua innocenza e le forze della ‘legge e ordine’ razziste che vogliono la sua esecuzione, con i testa l’Ordine fraterno di polizia”.
Wolkenstein, che ha fatto parte del team legale di Mumia dal 1995 al 1999, ha continuato dicendo “Questo caso è una montatura politica razzista. Circa novecento pagine di documenti del Fbi/Cointelpro mostrano che Mumia era nel mirino del Fbi e dei poliziotti di Filadelfia fin da quando era quindicenne portavoce delle Pantere nere. Ancor di più è stato preso di mira quando è diventato un sostenitore di Move e un giornalista molto conosciuto come la ‘voce dei senza voce’”.
Michael Smerconish e Maureen Faulkner, la vedova di Daniel, non si fermano davanti a nessuna menzogna nella loro campagna per il linciaggio legale di Mumia Abu-Jamal, fino a dipingere un quadro vergognosamente falso di Move, una comunità che promuoveva il ritorno alla natura e di cui Mumia è un sostenitore, descritti come un mucchio di assassini “nemici della legge” e “pericolosi”. Nel maggio del 1985, la lunga campagna terroristica dello Stato contro Move culminò nel bombardamento delle abitazioni di Osage Avenue in cui rimasero uccise undici persone, tra cui cinque bambini, con la distruzione di tutto un quartiere nero. Gli autori di Assassinato da Mumia cercano oscenamente di far sembrare che Move sia responsabile di questo assassinio di massa razzista, perpetrato dalla polizia del sindaco democratico nero Wilson Goode col favoreggiamento dei federali.
Nel tentativo di intimidire chiunque voglia abbracciare la causa di Mumia, il libro include un attacco frontale al Partisan Defense Committee, che ha solidarizzato con Move e che da 20 anni lotta per la libertà di Mumia. Faulkner e Smerconish attaccano persino Stuart Taylor, un commentatore legale conservatore che ha messo in dubbio l’imparzialità del processo di Mumia del 1982, presieduto dal “giudice boia” Albert Sabo. Mentre il processo era in corso, una stenografa del tribunale sentì Sabo, che tra l’altro ha presieduto anche ai processi d’appello di Mumia, dire “Li aiuterò a friggere il n---o.”
Smerconish e Faulkner non fanno mistero della natura politica della montatura, spacciando la linea dell’accusa secondo cui il fatto che Mumia fosse stato un militante delle Pantere nere proverebbe che per anni aveva pianificato di uccidere un poliziotto. Come ha osservato Erica Williamson del Pdc, “I governanti capitalisti razzisti vogliono vedere Mumia morto perché vedono in lui lo spettro della rivolta nera. La lotta per liberare Mumia è una componente centrale della lotta per abolire la pena di morte razzista, eredità della schiavitù.”
Rachel Wolkenstein ha commentato, “Il libro è stato scritto come una memoria per evitarsi la pena di dover confutare le massicce prove dell’innocenza di Mumia emerse negli anni seguenti il processo. Infatti sono prove inconfutabili.” Il primo processo di Mumia fu caratterizzato da una giuria scelta su basi razziste, da aggressive intimidazioni dei testimoni fatte dai poliziotti e dalla pubblica accusa, dall’insabbiamento delle prove della sua innocenza e dalla fabbricazione di false perizie balistiche e di altre cosiddette “prove” che avrebbero dovuto confermarne la colpevolezza. Poi nel 1999 Arnold Beverly si è fatto avanti con una dichiarazione giurata in cui dichiara di essere stato lui e non Mumia a sparare ed uccidere l’agente Faulkner (http//www.partisandefense.org/pubs/innocent/ab.html). A coloro che basano le loro proteste sulla richiesta di un nuovo processo per Mumia, Wolkenstein ha detto, “Chi bisogna processare di nuovo in questo caso? Mumia non avrebbe dovuto passare nemmeno un giorno in prigione. Ci devono essere proteste di massa per chiedere che questo uomo innocente venga liberato, subito!”
Beverly ha dichiarato nella sua deposizione scritta e giurata (affidavit) di essere stato ingaggiato insieme ad un altro uomo per uccidere Faulkner, che era un problema per la malavita e i poliziotti corrotti perché interferiva con il pagamento di bustarelle su prostituzione, gioco d’azzardo e droga. Al momento dell’uccisione di Faulkner in centro città, il Dipartimento di polizia di Filadelfia era oggetto di almeno tre inchieste federali per corruzione, riguardanti i legami tra malavita e polizia. Un terzo dei poliziotti coinvolti nel caso di Mumia erano implicati in accuse di corruzione. Wolkenstein ha rilevato “Questo sottolinea che i poliziotti insistono sull’esecuzione di Mumia non soltanto perché ha sempre fatto sentire la sua voce per la libertà dei neri, ma anche in modo da seppellire le prove dei loro stessi illeciti. Assassinato da Mumia” ha fatto notare “non fa parola di queste inchieste.”
Tra quelli che hanno scritto a Today chiedendo un resoconto veritiero del caso, c’è Veronica Jones, uno dei testimoni intimiditi dalla polizia (http://i117.photobucket.com/albums/o59/jaysyro/JPGVJONES.jpg). Durante le udienze del processo d’appello del 1996, Jones testimoniò che al processo del 1982 la polizia l’aveva costretta a mentire, negando di aver visto qualcuno fuggire dalla scena del delitto. La persona vista fuggire non poteva essere certo Mumia, che venne trovato seduto sul marciapiede in un lago di sangue dopo essere stato colpito dalla polizia. Nel 1996 il procuratore distrettuale fece arrestare Jones sul banco dei testimoni facendola trascinar via in manette con l’accusa di un piccolo furto commesso anni e anni prima.
Jones, che ha ribadito “le intimidazioni, minacce e prepotenze di cui sono vittima dal dicembre del 1981”, ha scritto: “Se non vi fossero dei punti di domanda e delle prove dell’innocenza del signor Jamal, qualcuno può gentilmente spiegarmi perché sono stati fatti tanti sforzi per screditarmi e umiliarmi pubblicamente?” La sua lettera finisce dicendo: “Io conoscevo l’agente Faulkner e per me era una brava persona. Mi ha aiutata e protetta parecchie volte. Con questo voglio dire che non avrei nessuna ragione di proteggere un uomo accusato del suo assassinio, un uomo che nemmeno conosco, e cioè Mumia Abu Jamal.”
In una deposizione giurata del 2001 resa ai tribunali statali e federali, Wolkenstein ha dimostrato che non esiste nessuna prova che l’arma di Mumia abbia fatto fuoco quella notte. L’assenza di segni di proiettile sul marciapiede contraddice la versione dei poliziotti secondo cui Mumia avrebbe sparato ripetutamente a Faulkner mentre stava in piedi sopra di lui e le traiettorie delle pallottole mostrano che a sparare fu più di una persona (vedi opuscolo del Pdc, “The Fight to Free Mumia Abu Jamal - Mumia is innocent!,” http://www.partisandefense.org/pubs/innocent/rw.html).
Le fotografie scattate dal fotografo freelance Pedro Polakoff e recentemente portate alla luce da Michael Schiffman, confutano ulteriormente lo scenario dei poliziotti (http://www.abu-jamal-news.com/). Oltre a confermare l’assenza di tracce di proiettile, le fotografie confermano anche che il tassista che testimoniò contro Mumia non si trovava nel luogo indicato dai poliziotti e dall’accusa. Mostrano anche, molto chiaramente, la polizia mentre manomette armi ed altre prove in modo da incolpare Mumia dell’assassinio. Le foto di Polakoff sono state mostrate il 4 dicembre a Filadelfia in una conferenza stampa che è stata coperta dall’agenzia Reuters. Matt Lauer ne ha mostrate alcune alla Faulkner durante l’intervista, mandando su tutte le furie Smerconish.
Il giorno seguente Faulkner è apparsa su Hardball della Msnbc, ospite dell’ex scrittore di discorsi del Partito democratico Chris Matthews, che non ha nemmeno fatto finta di essere imparziale. Matthews ha riciclato la fandonia secondo cui “per 26 anni” nè Mumia nè suo fratello Billy Cook, che quella notte si trovava sulla scena del delitto, hanno mai raccontato cosa videro. La verità è che sia Mumia che suo fratello hanno entrambi reso dichiarazioni giurate che, come la confessione di Beverly, sono state sistematicamente rifiutate dai tribunali statali e federali. Nel 2001 Mumia ha dichiarato: “Non ho sparato all’agente Daniel Faulkner. Non ho avuto nulla a che fare con l’uccisione dell’agente Faulkner. Sono innocente.” La sua dichiarazione descrive come, dopo aver udito degli spari e aver visto altre persone accorrere, corse via dal suo taxi parcheggiato in centro e riconobbe suo fratello barcollante in mezzo alla strada. “Vidi un poliziotto in uniforme voltarsi verso di me con la pistola in pugno, vidi un bagliore e caddi in ginocchio” (www.partisandefense.org/pubs/innocent/maj.html). I poliziotti, che lo volevano morto, oltre a sparare a Mumia lo pestarono.
Billy Cook ha rilasciato due dichiarazioni sotto giuramento nel 1999 e nel 2001 dicendo che “Mumia Abu-Jamal non ha sparato all’agente Faulkner e io non ho sparato all’agente Faulkner” (www.partisandefense.org/pubs/innocent/wc.html). Cook ha dichiarato che Kenneth Freeman, un passeggero nella sua Volkswagen, gli disse dopo la sparatoria che c’era un piano per uccidere Faulkner di cui lui, Freeman, faceva parte.
Il 6 dicembre Maureen Faulkner è apparsa anche sul programma di Fox News The O’Reilly Factor. Pur ammettendo di non avere nessuna idea di ciò che accadde la notte della sparatoria, O’Reilly ha dedotto che Mumia dev’essere colpevole perché la montatura nei suoi confronti è stata sancita dai tribunali, dichiarando che “devo stare dalla parte del sistema”. Gene Herson, coordinatore sindacale del Pdc, ha risposto “Non c’è nessuna giustizia in questo sistema per persone come Mumia, per chi si batte per la libertà dei neri, per i militanti operai, per chi si oppone al sistema capitalista e ai suoi partiti democratico e repubblicano. Il fatto che la sentenza e la condanna a morte siano state confermate da tutti i tribunali, nonostante le prove schiaccianti della sua innocenza, non fa nient’altro che dimostrarlo”.
Herson ha insistito sul bisogno di mobilitare il potere sociale del movimento operaio e di tutti coloro che lottano contro l’ingiustizia razzista dietro la causa di Mumia: “La sola pressione che avrà un impatto sui governanti capitalisti ed i loro tribunali è la paura delle conseguenze dell’esecuzione di Mumia o della condanna a seppellirlo vivo. Ci è voluta una campagna di proteste internazionali di massa, che includevano, cosa decisiva, militanti sindacali per fermare la mano del boia nel 1995 quando Mumia stava per essere giustiziato”. Herson ha mostrato l’appello del Pdc e di altre organizzazioni a proteste d’emergenza da tenersi il giorno successivo ad un’eventuale decisione negativa del Terza sezione, e ad una protesta nazionale a Filadelfia il terzo sabato successivo alla sentenza (www.partisandefense.org/events/index.html). Queste proteste devono servire come trampolino per rilanciare delle proteste di massa dietro l’appello: Mumia è innocente! Liberatelo subito! Abolire la pena di morte razzista!” (19 dicembre 2007).