La guerra dell'Europa capitalista agli immigrati è una guerra contro tutti i lavoratori!

Pieni diritti di cittadinanza per tutti gli immigrati! Fermare le deportazioni!

Operai di tutto il mondo unitevi!

Spartaco n.62

Il giorno dopo il potente sciopero generale che ha paralizzato la Spagna il 20 giugno, i governanti capitalisti d'Europa si sono riuniti a Siviglia per sincronizzare la guerra agli immigrati, punta di lancia di un attacco a tutto il proletariato. La competizione tra le nazioni dominanti dell'Unione Europea (Ue) per avvantaggiarsi economicamente nel mezzo della recessione ha fatto sì che il summit non abbia raggiunto gli obiettivi prefissati di istituire misure poliziesche sovranazionali come il pattugliamento congiunto dei confini terrestri e marini. Ma i guardiani della Fortezza Europa promettono questo ed altro. Intanto le classi dominanti capitaliste fanno a gara ad innalzare barriere sempre più insormontabili all'immigrazione e a rafforzare l'arsenale di misure poliziesche contro gli immigrati, nel tentativo di irreggimentare tutta la popolazione, diminuire i salari e distruggere le conquiste sociali strappate in decenni di lotta di classe.
Il summit di Siviglia dell'Ue ha approfittato dei recenti successi elettorali dei fascisti di Le Pen e del Partito nazionale britannico (Bnp) per adottare la loro demagogia anti immigrati. Il razzismo contro gli immigrati è un vecchio metodo per dividere il proletariato e deflettere la lotta di classe, ma ad un livello più fondamentale la campagna anti immigrati è mossa non da "cattive idee" ma dal funzionamento dell'economia capitalista, e viene condotta sia dai politicanti borghesi di destra che di sinistra. Molti immigrati sono stati attratti in Europa occidentale quando servivano come manodopera, in parte per il basso tasso di natalità; ora che l'Europa attraversa una recessione, la borghesia non ha più bisogno di immigrati come fonte di manodopera a basso prezzo, né come "esercito industriale di riserva". Credere che serva il fascismo per deportare in massa gli immigrati significa abbellire la democrazia borghese. Infatti è già successo in Francia negli anni Trenta, durante la Grande depressione, quando il numero di operai stranieri venne dimezzato a forza di espulsioni di massa. E si trattava in maggioranza di operai di origine europea e cattolica, molto più facilmente assimilabili dei nordafricani e dei neri africani che vengono tenuti forzatamente segregati. Nello stesso periodo ci furono deportazioni di massa di immigrati messicani dagli Stati Uniti.
Dieci anni fa l'Unione Sovietica è stata distrutta dalla controrivoluzione capitalista. Quest'enorme sconfitta del proletariato internazionale e il trionfalismo borghese che ne è derivato, la menzogna della "morte del comunismo", hanno fatto arretrare la coscienza del proletariato e dei giovani, che identificano erroneamente la svendita stalinista con il comunismo. Oggi il dominio capitalista in Europa non è minacciato da un proletariato insorgente e con una mentalità rivoluzionaria e dunque gli operai e le minoranze immigrate e di pelle scura in Europa vengono represse soprattutto con i "normali" mezzi del sistema capitalista: poliziotti nei ghetti, tribunali capitalisti e prigioni in cui è rinchiusa una quantità sproporzionata di immigrati e di minoranze. In questo contesto, partiti che sono fascisti per storia, idee e propositi, come il Partito della Libertà (Fpö) di Haider o il Fronte nazionale di Le Pen, sono cresciuti soprattutto come fenomeno elettorale e come gruppi di pressione sui principali partiti borghesi.
I "normali" alti e bassi dell'economia capitalista mondiale, che generano una colossale miseria umana, non possono essere eliminati senza sostituire il capitalismo con una rivoluzione socialista proletaria. Chi accetta il quadro del capitalismo, come i dirigenti socialdemocratici e le loro code di "sinistra", diventa necessariamente complice della sua gestione o persino la punta di lancia del razzismo anti immigrati. L'apparato repressivo dello stato è stato rafforzato dopo l'11 settembre, ma la maggior parte delle leggi e delle politiche anti immigrati e anti "terroristi" erano già in vigore da anni sotto i precedenti governi di "sinistra". Il Partito socialista francese, ora licenziato, che ha governato la Francia in una coalizione di fronte popolare con il Partito comunista e i verdi, arde di rabbia perché il nuovo governo di destra si attribuisce il merito della campagna per la "sicurezza" razzista, che in effetti è stata architettata proprio dalla "sinistra"! Al fine di governare negli interessi del capitale, i partiti storici della classe operaia francese, i socialisti e i comunisti e i loro corrispettivi nella burocrazia sindacale, avvelenano la coscienza e la solidarietà di classe fomentando divisioni religiose, nazionali ed etniche. In questo modo il governo di fronte popolare ha spianato la strada al grande successo di Le Pen nelle recenti presidenziali e all'elezione di un governo più di destra.
Anche la cosiddetta "estrema sinistra" ha una grande responsabilità. Un gruppo come la Lcr, Lega comunista rivoluzionaria (parte del Segretariato unificato) ha inaugurato i recenti anni di fronte popolare votando per Jospin e li ha chiusi con l'appello a "sbarrare la strada a Le Pen" cioè a votare per Chirac! Con questo la Lcr, che da anni ha la tempra e la spina dorsale di un serpente, ha toccato talmente il fondo da vedersi costretta a nascondere pubblicamente il suo crimine invece che difenderlo. I militanti della Lcr sono stati attivisti energici e aggressivi nell'incanalare le manifestazioni di giusta rabbia della gioventù contro il razzismo del Fronte nazionale di Le Pen, che hanno scosso la Francia, in una reazionaria "unità repubblicana" con Chirac. Lo stesso è successo in Gran Bretagna dove il Socialist Workers Party ha indirizzato l'opposizione ai fascisti del Bnp in un appello a votare "chiunque altro", anche i candidati borghesi, ma specialmente il Partito laburista di Blair. Entrambe hanno proclamato falsamente che c'era il pericolo del fascismo imminente per meglio raccogliere il sostegno al Labour e anche a Chirac. In più, anche quando le squadracce fasciste sono veramente una minaccia immediata, non le si può fermare con mezzi parlamentaristi, ma solo mobilitando il proletariato per schiacciarle.

Difendere gli immigrati, difendere la classe operaia!
In Italia il nuovo arsenale repressivo comprende retate per prendere le impronte digitali agli immigrati, come se chi non è europeo fosse un "criminale". Mentre il Vaticano inveisce contro i matrimoni tra cristiani e musulmani, la polizia italiana ha lanciato l'operazione "Just married" per ficcare il naso nei matrimoni misti. Il permesso di soggiorno sarà limitato alla durata del contratto di lavoro, cosicché i braccianti agricoli stagionali diventeranno "clandestini" alla fine del raccolto, e i padroni italiani saranno obbligati a versare in anticipo allo stato i soldi per la deportazione degli immigrati che rimangono a contratto scaduto! Questo non è razionale nemmeno dal punto di vista della borghesia, che ha bisogno di una fonte di manodopera agricola a buon mercato. Dichiarando apertamente cosa preoccupa la classe dominante, Confindustria ha negoziato col governo ottenendo l'esenzione da queste quote assurdamente restrittive di tre categorie: infermieri, domestiche e calciatori!
In tutti i paesi il diritto d'asilo è sotto attacchi crescenti: la Gran Bretagna di Blair promette la deportazione immediata e senza appello per i profughi cui è stato rifiutato l'asilo, mentre la Danimarca si arroga il diritto di revocare l'asilo ai profughi qualora il nuovo governo di destra decidesse che il paese da cui sono fuggiti è diventato abbastanza "democratico".
La marcescente Inghilterra, per instillare fin dall'infanzia l'odio razziale e inculcare il patriottismo e la fedeltà alla corona, minaccia la segregazione scolare obbligatoria dei figli dei rifugiati dai loro coetanei. In Germania i nostri compagni del Partito operaio spartachista hanno attivamente protestato contro i rastrellamenti razzisti computerizzati degli studenti. In questo clima reazionario gli operai immigrati e gli studenti stranieri sono minacciati non soltanto dalle persecuzioni dello stato capitalista, ma anche da una crescente violenza razzista di strada. Come hanno osservato i nostri compagni irlandesi dopo l'omicidio di uno studente cinese, "la responsabilità fondamentale del brutale omicidio di Zhao è dello stato capitalista irlandese la cui politica anti immigrati ha dato il la ai terroristi razzisti".
Ovunque intere famiglie vengono fatte a pezzi dalle restrizioni ai "ricongiungimenti familiari" e di solito sono le donne a pagarne il prezzo. Quand'anche riescono a riunirsi ai loro mariti in Europa, spesso la legge le priva del diritto di lavorare, costringendole a lavorare in nero, in attività pericolose e mal pagate. In Francia, parallelamente alle leggi anti immigrati, nelle comunità immigrate si è sviluppato il cancro del "mercato dei matrimoni", in cui il matrimonio combinato con una giovane donna in possesso della cittadinanza costituisce l'unica speranza di sfuggire alla povertà e alla repressione politica nei paesi d'origine. La politica della porta chiusa all'immigrazione e la segregazione delle comunità oppresse contribuiscono a perpetuare i matrimoni combinati, i rapimenti, la mutilazione genitale femminile, i pestaggi delle mogli e i "delitti d'onore", che sono tutti in crescita in Europa. Questi fatti dimostrano che anche una minima rivendicazione democratica come i pieni diritti di cittadinanza per tutti coloro che sono riusciti ad entrare in un paese europeo, è letteralmente una questione di vita o di morte, specie per le donne.
La squallida guerra tra la Gran Bretagna di Blair e la Francia di Chirac per la chiusura del campo profughi della Croce rossa di Sangatte mette a nudo l'ipocrisia del "mondo libero" e il legame diretto tra la controrivoluzione capitalista in Unione Sovietica e nell'Europa dell'Est e la crescita della miseria economica, delle guerre imperialiste e della repressione politica. Sangatte è pieno di profughi in fuga dalla guerre sanguinose scatenate dall'imperialismo Usa e dai suoi alleati della Nato. Il nazionalismo omicida, aizzato come veicolo della controrivoluzione capitalista per distruggere gli stati operai burocraticamente deformati dell'Europa dell'Est, ha sradicato tutte le minoranze, compresi i Rom e i Sinti, in un'orgia di "pulizia etnica" dieci anni fa. Un'altra ondata di profughi è stata scatenata dalla devastazione Usa/Nato di ciò che restava della ex Jugoslavia nella guerra dei Balcani del 1999. Oggi il campo di Sangatte è pieno di iracheni in fuga da dieci anni di embargo affamatore imposto dall'Onu.
Migliaia di afgani sono fuggiti dall'inferno creato dall'appoggio dell'imperialismo Usa ai mujaheddin anti-donne. Quando le forze sovietiche entrarono in Afghanistan nel 1979 su ripetuta richiesta del governo nazionalista di sinistra del Pdpa, noi della Lci abbiamo detto chiaramente "Vittoria all'Armata rossa in Afghanistan! Estendere le conquiste sociali della Rivoluzione d'Ottobre ai popoli afgani!" Il ritiro traditore di Gorbaciov nel 1988-89 culminò nella vittoria dei fondamentalisti islamici e poi nel dominio dei talebani, un vero mostro di Frankenstein creato dagli imperialisti Usa con l'aiuto dei loro alleati pakistani. Ora il bombardamento terrorista dell'Afghanistan da parte di Bush, Blair e soci, in nome della "guerra al terrorismo" ha fatto altre migliaia di profughi.
Prendendo a prestito la promessa elettorale di Le Pen di chiudere il campo di Sangatte e deportare i profughi, Chirac ha annunciato i piani di chiusura del campo e intanto progetta di costruire un'enorme cancellata intorno alla ferrovia e di installare degli scanner modernissimi capaci di individuare il battito cardiaco nel tunnel. Per non essere da meno Tony Blair sta usando la marina per respingere (cioè bombardare e affondare) le navi di profughi, e pensa di rinchiudere i richiedenti asilo in campi di detenzione militarizzati e di rendere l'Inghilterra più bianca con deportazioni aeree di immigrati di pelle scura e con la semplice esclusione razziale di chi cerca di entrare nel paese da altri aeroporti d'Europa.
Intanto chiunque riesce ad entrare in Gran Bretagna sarà costretto a portare con sé una carta d'identità nazionale. Queste misure poliziesche servono ad irreggimentare l'intera popolazione e abituarla alla restrizione dei suoi diritti democratici, ad accettare come "normali" i controlli di polizia, a congelare la libertà di parola e ad impedire di organizzarsi politicamente contro il governo e la classe dominante. A tal fine tutto lo spettro dei politicanti capitalisti, dalla destra alla sinistra, sta alimentando l'isteria contro gli immigrati considerati alla stregua di un "nemico interno". Il modello di controllo statale-poliziesco delle popolazioni arabe, africane, turche e asiatiche dell'Europa occidentale è il piano "Vigipirate" dello stato francese. La vasta popolazione di origine nordafricana e soprattutto i giovani, viene sistematicamente brutalizzata dalla polizia francese, sottoposta a controlli d'identità fin sui pianerottoli delle proprie case, trattata come una popolazione "criminale" o "in eccesso". I cambiamenti della legge sulla cittadinanza per cui i bambini nati in Francia da genitori immigrati non hanno più diritto automaticamente alla cittadinanza francese, preparano il terreno a potenziali deportazioni di massa. Grattate un po' la facciata di "libertà, uguaglianza, fraternità" e troverete una storia di deportazioni di massa ogni volta che è stato economicamente o politicamente vantaggioso per i governanti capitalisti francesi, dai tempi delle deportazioni di massa di immigrati polacchi e italiani tra le due guerre mondiali, fino agli ebrei privati della cittadinanza francese e deportati nei campi di sterminio nazisti sotto Vichy.
Il capitalismo ha sempre bisogno di uno spauracchio. Dopo il crollo dell'Urss, il "pericolo rosso" è stato in gran parte sostituito dall'isteria orchestrata contro il "pericolo verde" del fondamentalismo islamico. Questa ha raggiunto un picco dopo l'11 settembre, ed è stata creata una nuova parola, "islamofobia", per "spiegare" gli attacchi razzisti alle donne velate, agli uomini in turbante, a chiunque sia sospettato di essere d'origine araba. Le limitazioni imposte ai diritti civili e il fervore patriottico sono stati usati anche per criminalizzare il dissenso politico e mettere fuori legge partiti e movimenti di liberazione nazionale, dal Pkk curdo e l'Fplp palestinese ai guevaristi turchi del Dhkc fino all'organizzazione basca Batasuna. Intanto, i più grandi terroristi di stato seminano bombe sull'Irak, minacciano di invaderlo, continuano a martoriare l'Afghanistan e armano lo stato sionista d'Israele nella sua guerra contro il popolo palestinese. Adesso i capi del "mondo libero" hanno addirittura la faccia tosta di dire al popolo palestinese chi può o non può eleggere a rappresentarlo nei Territori occupati e nella loro "patria" calpestata dai carri armati sionisti. Fuori Israele dai Territori occupati! Difendere il popolo palestinese!

L'oppressione razziale è intrinseca al capitalismo
Il "programma massimo" del riformismo socialdemocratico e dei cosiddetti gruppi della "sinistra" che operano come suoi apologeti, consiste nel restaurare lo "stato sociale" e dare un "volto umano" all'austerità capitalista. Contrariamente ai miti sostenuti dai riformisti come Lutte ouvrière, che ha fatto campagne per "vietare i licenziamenti" e chiede che la polizia combatta i "veri criminali" invece di colpire gli immigrati, la verità è che sotto il capitalismo i ricchi diventano sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri, e l'oppressione razziale è intrinseca al funzionamento di questo intero marcio sistema, nel paese e nel mondo. Che il governo sia dominato dai socialdemocratici o dall'ultra destra, le leggi del capitalismo funzionano allo stesso modo: più lavori, più ricchezza produci per altri, più diventa precaria la tua esistenza poiché sei più a rischio di essere licenziato. Per soddisfare le proprie esigenze economiche, il capitalismo fa affluire negli strati inferiori del proletariato nuove fonti di forza lavoro più a buon mercato, in primo luogo immigrati dai paesi più poveri, i quali sono considerati più facili da cacciar via in momenti di contrazione economica. Come Karl Marx scrisse ne il Capitale (Vol. I):
"il grado d'intensità della concorrenza fra loro stessi [gli operai] dipende in tutto dalla pressione della sovrappopolazione relativa; non appena quindi cercano mediante Trades Unions ecc., di organizzare una cooperazione sistematica fra gli operai occupati e quelli disoccupati per spezzare o affievolire le rovinose conseguenze che quella legge naturale della produzione capitalista ha per la loro classe, - il capitale e il suo sicofante, l'economista, strepitano su una violazione della `eterna' e per così dire `sacra' legge della domanda e dell'offerta. Ogni solidarietà fra gli operai occupati e quelli disoccupati turba infatti l'azione `pura' di quella legge".
Questa è la ragione per cui noi della Lci ci battiamo per l'unità e l'integrità della classe operaia contro lo sciovinismo e il razzismo. La lotta in difesa dei lavoratori immigrati oggi è un compito vitale per la classe operaia nel suo insieme. Noi ci battiamo per: Pieni diritti di cittadinanza per tutti gli immigrati! No alle deportazioni! Libertà per i prigionieri! Organizzare i non organizzati! Polizia, guardie carcerarie e polizia privata fuori dai sindacati! Per mobilitazioni di operai e immigrati contro gli attacchi fascisti! Lavoro per tutti - per una scala mobile delle ore di lavoro a parità di salario! Espropriare la borghesia - Per un'economia pianificata, socialista organizzata internazionalmente! In ogni paese dove è presente, la Lci si è battuta per smascherare le menzogne dell'"unità nazionale" tra operai e padroni e per condurre il proletariato alla solidarietà di classe con gli immigrati e le minoranze. Come esempio di questa prospettiva, lo scorso 9 febbraio, nell'area della Baia di San Francisco, i nostri compagni americani hanno organizzato una manifestazione di fronte unico basata sul movimento operaio, attorno agli slogan: "Le leggi anti-terrorismo colpiscono gli immigrati, i neri e i lavoratori - No al `Patriot Act' e al `Maritime Security Act'! Abbasso la caccia alle streghe contro gli immigrati".
Vi sono importanti sviluppi in Europa che vanno nella direzione di un percorso di lotta di classe unita del proletariato in difesa dei propri interessi contro gli attacchi del capitale. Dagli operai metalmeccanici turchi e curdi in Germania ai lavoratori dei trasporti, neri e asiatici, a Londra, gli immigrati e i loro figli sono componenti chiave di settori strategici e sindacalizzati del proletariato. In Italia e in Germania, si sono verificate rotture significative con l'economicismo ristretto e il nazionalismo portato avanti dai burocrati sindacali nel loro ruolo di "luogotenenti del capitale nel movimento operaio". Così in Italia, la federazione sindacale Cgil e i Cobas hanno indetto scioperi generali di operai e immigrati contro la legge anti immigrati Bossi/Fini ed anche contro i tentativi del governo Berlusconi di rendere il mercato del lavoro "flessibile" al fine di aumentare lo sfruttamento, facendo a pezzi le conquiste sindacali conquistate con decenni di dure battaglie! Di fronte alla rabbia popolare, Rifondazione comunista è ora costretta ad organizzare proteste per chiudere i centri di detenzione, di cui in precedenza la stessa Rc aveva sostenuto la costruzione. Nella Potsdamer Platz di Berlino, il 20 giugno, un picchetto di massa di lavoratori edili ha respinto un tentativo di utilizzare, manipolandoli, immigrati portoghesi come rompisciopero, chiamandoli a lottare a fianco dei sindacati per conquistare i diritti di tutti i lavoratori, inclusi i lavoratori stranieri. Quando gli operai portoghesi hanno applaudito e si sono rifiutati di attraversare le linee di picchetto, gli scioperanti hanno gridato "Viva la solidarietà internazionale!" Come hanno dichiarato i nostri compagni in Germania nel loro volantino rivolto a questi scioperanti, ciò mostra come "gli operai tedeschi, stranieri e immigrati possono solo portare avanti i loro interessi insieme, o essere sconfitti separatamente".
Il progredire su questo percorso di lotta di classe è ostruito dai dirigenti traditori riformisti e sindacali, che organizzano scioperi non per combattere il dominio capitalista, ma come tattica di pressione sui politicanti capitalisti cui, in ultima analisi, sono fedeli. Così lo sciopero dell'IG Metall, lo scorso maggio, che ha unificato operai tedeschi, turchi e curdi nella lotta, è stato revocato dai capi sindacali dell'Spd, nel momento in cui il segretario dell'Spd, Schröder ha avvisato che uno sciopero prolungato sarebbe costato denaro ai capitalisti tedeschi (non è forse la ragione stessa dello sciopero colpire i padroni nei loro portafogli?) mettendo a rischio la posizione dell'Spd nelle prossime elezioni parlamentari. Similmente in Italia, il segretario di Rifondazione, Bertinotti, sostiene le azioni di sciopero contro il governo Berlusconi esplicitamente per riportare una coalizione di centro-sinistra di nuovo al governo per gestire meglio il dominio capitalista. L'ala di sinistra di Rc, il gruppo Proposta, ora ammette che Rc condivide le responsabilità per le leggi anti immigrati approvate mentre sosteneva il governo Prodi, ma il suo ruolo consiste nel tenere i militanti di sinistra nel quadro del riformismo di Rc. Come i nostri compagni italiani hanno notato riguardo Proposta: "La loro prospettiva non è quella di costruire il partito leninista d'avanguardia che guiderà i lavoratori al potere, ma un `polo di sinistra' che faccia pressione sulle attuali direzioni riformiste e dia il suo contributo per riportarle al timone del capitalismo (Spartaco n. 60, maggio 2002)".

Una lotta socialista per un'Europa operaia!
Solo la lotta vittoriosa contro il sistema capitalista può sradicare la crescita della demagogia razzista, gli attacchi dei governi agli immigrati e la minaccia delle bande di terrore fascista. Questa prospettiva è il punto fondamentale che separa la Lci da tutti i suoi avversari nel movimento operaio. L'ambiente anarchico, mentre spesso è ammirevole nell'audacia che mette nelle proteste militanti contro i poteri costituiti, manca di un programma per combattere efficacemente, o ancor più sostituire, il dominio del capitale. In fondo la loro visione del mondo è quella di combattenti di strada liberali: far pressione sui politici esprimendo una rabbia giustificata all'esterno delle riunioni dei governanti capitalisti, piuttosto del disgustoso riformismo parlamentare in giacca e cravatta. Non è sufficiente protestare, è necessario avere una prospettiva per battersi per cambiare la società, per far cadere il rapace sistema imperialista e creare uno stato operaio come necessario primo passo sulla via della società globale senza classi. I partiti ex-stalinisti e i socialdemocratici hanno fatto pace con il dominio capitalista già da molto tempo; in effetti in Europa lo hanno amministrato e hanno aumentato gli attacchi alla classe operaia e agli immigrati. I nostri avversari pseudo-trotskisti spacciano la loro mercanzia all'ombra della socialdemocrazia poiché il loro obiettivo non è quello di forgiare un autentico partito leninista scindendo la base proletaria dei partiti riformisti dai loro vertici pro-capitalisti, ma quello di far pressione su quegli stessi dirigenti traditori.
Sulla questione dell'immigrazione, gruppi come Workers Power sostengono rivendicazioni come "aprire le frontiere". È uno slogan attraente, ma per i paesi del "terzo mondo" ciò rappresenterebbe una porta aperta per gli investitori imperialisti. Più in generale è una rivendicazione utopica e reazionaria che prospetta un mondo egalitario nel contesto del capitalismo. È retrogrado promuovere la nozione che in qualche modo il capitalismo possa essere reso razionale o umano. A differenza di gruppi come Workers Power, che usano retorica contro il razzismo e slogan come "aprire le frontiere", ma politicamente sostengono i socialdemocratici sciovinisti, noi cerchiamo di mobilitare con urgenza la classe operaia perché si faccia carico della lotta per i pieni diritti di cittadinanza per tutti coloro che riescono ad attraversare le frontiere e faccia propria la comprensione che la fonte dello sfruttamento di tutti i lavoratori è il sistema di produzione capitalista che è difeso fino in fondo dallo stato capitalista. Finché non realizzeremo un'economia socialista pianificata internazionalmente e basata sulla proprietà collettivizzata, non sarà possibile abolire gli stati o i confini nazionali. Lo stato-nazione è la base dell'organizzazione dell'economia capitalista, negare ciò significa capitolare ai confusionari borghesi "democratici". Come disse Lenin nel suo discorso sulla questione nazionale dell'aprile 1917: "Che vuol dire `abbasso le frontiere'? Qui comincia l'anarchia... La parola d'ordine: `Abbasso le frontiere' diventerà giusta quando la rivoluzione socialista sarà una realtà, invece di essere un metodo".
Contro la Fortezza Europa capitalista la nostra prospettiva è la lotta per gli Stati uniti socialisti d'Europa, un passo vitale nella rivoluzione socialista mondiale. Lo strumento necessario per portare la classe operaia al potere sono i partiti leninisti, guidati politicamente da un programma che è proletario, rivoluzionario e internazionalista. Noi ci battiamo per riforgiare la Quarta internazionale fondata da Leone Trotsky. Nonostante il regresso nella coscienza politica odierna, e la grande distanza tra i nostri fini e i mezzi attuali, è evidente che non manca la combattività e il desiderio di lottare da parte dei lavoratori, delle minoranze oppresse e dei giovani. Affinché le loro lotte abbiano successo e non siano deragliate nella trappola delle politiche riformiste di pressione, è urgente costruire una direzione rivoluzionaria. Questo è ciò per cui si battono le sezioni della Lci, niente di meno e niente di diverso.

(2 luglio 2002)


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