Dichiarazione della Lci per la manifestazione di Praga contro l' Fmi e la Banca mondiale

Abbattere lo sfruttamento imperialista con la rivoluzione operaia internazionale!

Riproduciamo di seguito il volantino della Lega comunista internazionale, distribuito in varie lingue alle manifestazioni "anti-globalizzazione" svoltesi in occasione della riunione della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale a Praga alla fine di settembre.

"Trasformare Praga in Seattle?" Se non fosse per la controrivoluzione capitalista che ha distrutto l'Europa dell'Est e l'ex Unione Sovietica, un decennio fa, la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale non si incontrerebbero a Praga! La "rivoluzione di velluto" ha smembrato la Cecoslovacchia e ora i lavoratori, le donne, le minoranze etniche e nazionali soffrono il nudo sfruttamento, l'impoverimento e le devastazioni del mercato capitalista. Quanto alle illusioni di "libertà", oggi le forze di polizia appositamente addestrate dall'Fbi e sostenute dalla Nato minacciano di imporre brutalmente la "legge e ordine" dei banchieri imperialisti contro le manifestazioni operaie e di sinistra.

A dispetto di tutte le chiacchiere di preoccupazione per le masse lavoratrici, l'appello ufficiale per una "giornata di azione globale" a Praga non dice niente sul trattamento da shock capitalista che ha portato ad una caduta vertiginosa nell'aspettativa di vita e riportato la fame in Russia, che ha ricacciato indietro il diritto delle donne all'aborto in tutta l'Europa dell'Est, e ha generato una peste bruna assassina di terrore fascista rivolto specialmente contro gli immigrati e i rom. La guerra dei Balcani dello scorso anno ha seminato sulla Serbia una devastazione maggiore di quella dei nazisti di Hitler. Il disastro economico, sociale e ecologico che ne è risultato non merita neanche una menzione nel manifesto ufficiale per Praga. Perché questo? Perché la presunta sinistra che organizza la protesta "anti-globalizzazione" di quest'anno è in gran parte quella stessa "sinistra" che ha appoggiato la guerra imperialista contro la Serbia in nome della preoccupazione "umanitaria" per gli albanesi kosovari. E' anche la stessa "sinistra" che si è unita ai propri governanti capitalisti nella lotta per la distruzione dell'Unione Sovietica e degli stati operai deformati dell'Europa dell'Est e che ha appoggiato l'elezione della cricca sanguinaria di dirigenti pseudo-"socialisti", ex-"comunisti" e "laburisti" che governano attualmente l'Europa capitalista.

Noi compagni della Lega comunista internazionale (Lci) siamo orgogliosi di lottare per il comunismo autentico dei bolscevichi di Lenin e Trotsky. La nostra prospettiva è proletaria, rivoluzionaria e internazionalista. Riconosciamo che il conflitto fondamentale nella società è la lotta dei lavoratori contro il capitale. Per il suo ruolo centrale nella produzione, il proletariato ha il potere sociale di abbattere gli sfruttatori capitalisti e tutto il loro sistema di sfruttamento di classe, di oppressione razziale, sessuale e nazionale e di guerra imperialista. Il proletariato ha il potere e l'interesse di classe di creare uno stato operaio basato sulla proprietà collettivizzata e su una razionale economia pianificata internazionale, che porti a una società comunista, senza classi e all'estinzione dello Stato. Il raggiungimento di questo scopo richiede la costruzione di un partito leninista-trotskista internazionale egualitario. Ci battiamo per diventare il partito adatto a guidare rivoluzioni socialiste internazionali.

Parte integrante della nostra lotta è la difesa delle conquiste proletarie già strappate alla classe capitalista. Ecco perché noi trotskisti ci siamo battuti per la difesa militare incondizionata dell'Unione Sovietica e degli stati operai deformati dell'Europa dell'Est contro l'attacco imperialista e la restaurazione capitalista. Con ogni risorsa a nostra disposizione ci siamo battuti nel 1989-90 nella Ddr [la Germania dell'Est] per dirigere una rivoluzione politica proletaria, che mantenesse le forme di proprietà collettivizzate e sostituisse i dirigenti stalinisti traditori con il governo di consigli operai. Questo avrebbe potuto essere il faro della resistenza contro la restaurazione capitalista nell'Europa dell'Est e per la rivoluzione socialista proletaria nell'Ovest. La Lci si è battuta ancora per sollevare gli operai sovietici perché conservassero ed estendessero le conquiste della Rivoluzione russa del 1917 che erano state tradite in massa da decenni di malgoverno stalinista, ma non ancora rovesciate fino al 1991-92. Oggi il destino dello stato operaio deformato cinese e le vite di miliardi di lavoratori in Cina, Asia e in tutto il mondo sono appesi a un filo. Ci battiamo per la difesa militare incondizionata dello stato operaio cinese contro le rinnovate macchinazioni militari imperialiste e l'invasione economica. Le conquiste della Rivoluzione cinese del 1949 sono minacciate dalle "riforme" economiche di mercato degli stalinisti cinesi, ma questi attacchi hanno anche generato una significativa rivolta proletaria. E' necessario un partito trotskista per guidare il proletariato alla vittoria attraverso una rivoluzione politica operaia per mantenere ed estendere le conquiste della Rivoluzione cinese del 1949.

Le conseguenze disastrose a livello mondiale della controrivoluzione capitalista distruggono anche le teorie anti-marxiste del "capitalismo di stato", propugnate dall'International Socialist Tendency [Tendenza socialista internazionale] dell'ultimo Tony Cliff e da quei teorici squilibrati che cambiano continuamente posizione della Lega per un'internazionale comunista rivoluzionaria (Licr, alias "") e da altri rinnegati del marxismo (si veda "La bancarotta delle 'teorie' della nuova classe", in Spartaco n.56). Secondo i cliffisti, il trionfo della controrivoluzione nell'ex Urss è stato semplicemente "un passo laterale" da una forma di capitalismo a un'altra. Il loro furioso anti-sovietismo da guerra fredda fu espresso all'epoca: "Il comunismo è crollato... E' un fatto che dovrebbe far gioire ogni socialista" (Socialist Worker, 31 agosto 1991).

Oggi, il proletariato è stato ricacciato indietro, a livello mondiale, e gli imperialisti statunitensi, non più ostacolati dalla potenza militare sovietica, calpestano il pianeta, talvolta usando le Nazioni unite come foglia di fico e avvolgendo interventi militari globali nel mantello dell'"umanitarismo". Gli imperialismi rivali, specialmente la Germania e il Giappone, non più imbrigliati dall'unità anti-sovietica della guerra fredda, stanno perseguendo velocemente i rispettivi appetiti di controllo dei mercati mondiali ed espandono parallelamente la propria forza militare. Questi interessi nazionali conflittuali hanno portato alla rottura dei colloqui del Wto a Seattle l'anno scorso. Queste rivalità inter-imperialiste prefigurano future guerre; le armi nucleari minacciano di estinguere la vita sul pianeta.

Quindi il compito di strappare il potere dagli sfruttatori capitalisti è oggi più urgente che mai. Senza teoria rivoluzionaria non può esserci movimento rivoluzionario. Oggi le premesse basilari del marxismo autentico devono essere motivate contro la falsa e prevalente identificazione del collasso dello stalinismo con il fallimento del comunismo. Il dominio stalinista non era comunismo ma la sua grottesca perversione. La burocrazia stalinista, una casta parassitaria che si appoggiava sullo stato operaio, molto simile in ciò ad una burocrazia sindacale che si trova ai vertici di un sindacato, sorse nello stato operaio sovietico in condizioni di arretratezza economica e di isolamento dovuto alla mancata estensione della rivoluzione ad un qualsiasi paese capitalista avanzato. Gli stalinisti pretendevano di costruire il "socialismo in un solo paese", una cosa impossibile, come spiegò Leone Trotsky (e prima di lui Marx e Engels), dal momento che il socialismo ha una estensione necessariamente internazionale. Il "socialismo in un solo paese" era una giustificazione per svendere le rivoluzioni a livello internazionale per placare l'imperialismo mondiale. Come spiegò brillantemente Trotsky in La Rivoluzione tradita (1936), le contraddizioni della società sovietica non potevano durare per sempre: "Il funzionario finirà col divorare lo stato operaio, o la classe operaia metterà il funzionario nell'impossibilità di nuocere?" Questa contraddizione è stata risolta, purtroppo, in negativo.

 

Marxismo contro anarchismo e "globalizzazione"

Tra quelli che si definiscono anarchici vi è un intero spettro che va da teppisti piccolo-borghesi di destra che odiano la classe operaia e attaccano i comunisti, a rivoluzionari soggettivi che solidarizzano con il proletariato e cercano sinceramente di rovesciare la borghesia. In quest'ultimo caso, l'attrazione per l'anarchismo rappresenta un sano rifiuto del riformismo parlamentare dei socialdemocratici, degli ex-stalinisti e della pseudo-sinistra che puntella e tiene in piedi l'ordine capitalista. Infatti, per essersi opposto ai falsificatori riformisti del marxismo, Lenin stesso venne denunciato come anarchico. Quando il dirigente bolscevico arrivò in Russia nell'aprile del 1917 e fece appello a una rivoluzione operaia per abbattere il Governo provvisorio capitalista, i menscevichi denunciarono Lenin come "un candidato al... trono di Bakunin!" (Sukhanov, The Russian Revolution, 1917: A Personal Record [1984]). (Bakunin era il dirigente anarchico nella Prima Internazionale). Come scrisse Lenin in Stato e Rivoluzione:

"Gli opportunisti dell'odierna socialdemocrazia hanno accettato le forme politiche borghesi dello Stato democratico parlamentare come un limite al di là del quale è impossibile andare; si sono rotta la testa a furia di prosternarsi davanti a questo 'modello' e hanno tacciato di anarchico ogni tentativo di demolire queste forme".

Non sorprende che ci sia un certo revival di convinzioni anarchiche, stimolato dal pervasivo trionfalismo borghese secondo cui "il comunismo è morto". La Rivoluzione russa ridefinì la sinistra a scala internazionale e la sua distruzione finale sta avendo un impatto simile, ma in direzione opposta. Quando il nuovo stato operaio rappresentava infatti un faro di liberazione, al culmine dei sollevamenti rivoluzionari internazionali incitati dalla Rivoluzione russa, i migliori tra i militanti anarchici e anarco-sindacalisti (come James P. Cannon, Victor Serge e Alfred Rosmer) divennero devoti e disciplinati combattenti per il comunismo di Lenin e Trotsky. Prima della sua successiva rottura col marxismo, l'anarchico Serge insultò i socialdemocratici che avevano portato gli operai al macello imperialista della prima guerra mondiale e si recò nella Russia sovietica per sostenere il nuovo stato operaio. Nel corso delle lotte contro i revanscisti controrivoluzionari (che alcuni anarchici appoggiarono criminalmente) Serge aderì al Partito bolscevico e scrisse ai suoi amici anarchici francesi (La Vie ouvriére, 21 marzo 1922) motivando il comunismo contro l'anarchismo:

"Cos'è il partito comunista in un periodo di rivoluzione? E' l'élite rivoluzionaria, potentemente organizzata, disciplinata, che obbedisce a una direzione coerente, che marcia verso un'unica meta chiaramente definita lungo il percorso tracciatole da una dottrina scientifica. Costituendo una tale forza, il partito è il prodotto della necessità, cioè delle leggi della storia stessa. Quell'élite rivoluzionaria che in un periodo di violenza resta disorganizzata, indisciplinata, priva di una direzione coerente e aperta a impulsi variabili o contraddittori, corre verso il suicidio. Non è possibile alcuna idea che contrasti con questa conclusione" (ristampato in The Serge-Trotsky Papers, Cotterill Ed., 1994).

La diffusa popolarità dell'anarchismo tra i giovani d'oggi è essa stessa un riflesso dell'arretramento della coscienza politica nel nuovo periodo iniziato con la colossale sconfitta rappresentata dalla controrivoluzione capitalista nell'Urss e nell'Europa dell'Est. In fondo l'anarchismo è una forma di idealismo democratico radicale che fa appello ad una presunta bontà innata, anche dei più avidi imperialisti, perché si metta al servizio dell'umanità. La Lega dei giusti (che cambiò nome in Lega dei comunisti all'epoca in cui vi aderì Karl Marx nel 1847) aveva come motto principale "Tutti gli uomini sono fratelli". Osservando che c'erano alcuni uomini di cui non era fratello né voleva esserlo, Marx convinse i suoi compagni a cambiare lo slogan in "Operai di tutti i paesi, unitevi!"

Storicamente l'anarchismo si è rivelato un ostacolo di collaborazione di classe alla liberazione degli oppressi. Unendosi agli eserciti controrivoluzionari Bianchi alcuni anarchici salutarono l'insurrezione di Kronstadt contro la Rivoluzione russa e ancora oggi Kronstadt rimane una pietra miliare anticomunista per gli anarchici. Durante la guerra civile spagnola gli anarchici diventarono ministri nel governo di fronte popolare che disarmò e represse la lotta armata degli operai contro i capitalisti, aprendo la strada a decenni di dittatura franchista.

Oggi si possono vedere le fondamentali differenze tra il marxismo rivoluzionario e l'idealismo liberale anarchico nelle proteste contro la "globalizzazione". L'idea che le grandi corporazioni capitaliste abbiano ormai trasceso il sistema degli stati nazionali ed esercitino il proprio dominio sul mondo attraverso istituzioni come l'Fmi e il Wto è falsa fino al midollo. La "globalizzazione" è la versione odierna della nozione di "ultra-imperialismo" sviluppata dal socialdemocratico tedesco Karl Kautsky, che sosteneva che i capitalisti dei diversi paesi potevano risolvere i loro conflitti d'interesse con mezzi pacifici (addirittura democratici). Come abbiamo evidenziato nel nostro opuscolo "Imperialism, the 'Global economy' and Labor Reformism" [Imperialismo, 'economia globale' e riformismo operaio]:

"Le cosiddette compagnie multinazionali o trans-nazionali non operano al di sopra o indipendentemente dal sistema degli stati nazionali. Viceversa dipendono in maniera vitale dai rispettivi stati nazionali perché ne proteggano gli investimenti all'estero dall'opposizione popolare e dagli stati capitalisti rivali. Per questo gli stati capitalisti devono mantenere potenti forze militari e una corrispondente base industriale domestica".

Molte delle organizzazioni che appoggiano la manifestazione di Praga chiedono il "controllo democratico" sull'Fmi o sulla Banca mondiale per migliorare le condizioni delle popolazioni del "Sud globale" (Asia, Africa e America latina). Il Pds (Partito del socialismo democratico) sostiene che l'operato dell'Fmi e della Banca mondiale devono diventare più trasparenti, ed è favorevole a delle Nazioni unite veramente internazionali. Noi abbiamo definito questi appelli all'azione in nome degli operai e degli oppressi, rivolti ai loro diretti padroni e oppressori imperialisti, "l'imperialismo dei diritti umani". Non solo simili appelli all'imperialismo affinché diventi un minimo responsabile ed umano sono assurdi, ma sono anche reazionari perché alimentano illusioni mortali nel fatto che la dittatura della borghesia nel suo travestimento "democratico" possa in qualche modo essere l'agente del cambiamento sociale a vantaggio degli operai e degli oppressi. Questa menzogna lega gli sfruttati ai loro sfruttatori e conduce la lotta sociale in un vicolo cieco.

L'idea che delle Nazioni unite "globali" possano agire nell'interesse dell'umanità è una menzogna che maschera i meccanismi economici fondamentali dell'imperialismo capitalista. L'imperialismo non è una politica basata su "idee sbagliate" ma è parte integrante del funzionamento di un sistema basato sulla proprietà privata, sull'estrazione del profitto e sulla necessità per il capitalismo di conquistare nuovi mercati. Come spiegava Lenin, parlando del predecessore dell'Onu, la Società delle nazioni:

"E' risultato che la Società delle nazioni non esiste, che l'alleanza delle potenze capitalistiche è un vuoto inganno ed è di fatto un'associazione di predoni, ognuno dei quali si sforza di strappare qualcosa agli altri (...) La proprietà privata è rapina, e lo Stato fondato sulla proprietà privata è uno Stato di rapinatori, che fanno la guerra per spartirsi il bottino" (Conferenza dei presidenti dei Comitati esecutivi, 15 ottobre 1920, Opere complete, Vol.31).

Il primo intervento dell'Onu (1950-53) fu una "azione di polizia" contro gli stati operai deformati nord coreano e cinese, che massacrò più di quattro milioni di coreani. Dieci anni più tardi, l'intervento omicida nel Congo ex-belga venne condotto sotto gli auspici dell'Onu e incluse l'assassinio del nazionalista di sinistra Patrice Lumumba.

All'estrema sinistra dello spettro anarchico si trova l'articolo comparso sul "sito Internet anarchico A-Infos", che spicca tra gli organizzatori della manifestazione di Praga per la sua netta opposizione ad implorare il nemico di classe perché agisca moralmente e "cancelli il debito del Terzo mondo". Fanno appello a schiacciare l'Fmi e la Banca mondiale e propongono: "Imponiamo delle rivendicazioni dirette non ai conciliatori e soci, ma alle organizzazioni operaie e alle loro direzioni riformiste, perché demoliscano l'Fmi-Banca mondiale e cancellino ORA le migliaia di miliardi di debiti!" Ma il mondo non sarà trasformato da degli slogan lanciati ad una grande manifestazione o persino in un grande sciopero, e le direzioni riformiste cui loro fanno appello appoggiano l'imperialismo capitalista. Allora, come possiamo andare dal capitalismo al socialismo? E' questa la domanda cui l'anarchismo non sa rispondere.

La teoria marxista e il modello dei bolscevichi di Lenin che con la Rivoluzione russa dell'Ottobre del 1917 guidarono la classe operaia al potere statale è l'unica soluzione rivoluzionaria. Gli operai non possono impossessarsi della macchina dello stato capitalista e "riformarla" nell'interesse degli oppressi. Devono combattere per il potere, distruggere lo stato capitalista e creare uno stato operaio, una dittatura del proletariato, che sopprima la resistenza controrivoluzionaria dei vecchi dominatori capitalisti. I bolscevichi di Lenin cancellarono il debito accumulato dallo Zar e dalla borghesia russa prendendo il potere e rifiutandosi di pagare. Questo era parte della prospettiva internazionalista rivoluzionaria dei bolscevichi, contro la rappacificazione con l'imperialismo, essi combatterono per estendere l'Ottobre russo alla rivoluzione socialista mondiale. Sapevano che non si poteva costruire il socialismo in un paese solo.

Contro gli aspetti reazionari dell'idealismo predicato dagli anarchici tradizionali come Proudhon e riecheggiato oggi dai "verdi" piccolo-borghesi, secondo cui gli operai non devono aspirare alla ricchezza ma condurre un'esistenza comunitaria spartana, noi marxisti ci battiamo per l'eliminazione della penuria, per una società in cui gli operai possano godere dei frutti del loro lavoro, che oggi vengono espropriati dai capitalisti. Dire agli operai di "tirare la cinghia" infatti è il programma predicato dal Fondo monetario internazionale e dalla Banca mondiale tramite le politiche di "austerità" che affamano le masse del "Terzo mondo". In nome della "difesa dell'ambiente" i partiti verdi che ora fanno parte delle coalizioni di governo in Francia e in Germania, sono ancor più aggressivi dei socialdemocratici nell'imposizione della "austerità" capitalista. Di fronte alle recenti proteste di massa contro la vera estorsione dei prezzi del combustibile, i verdi francesi si sono opposti alle concessioni fatte dal primo ministro socialista di ridurre del 15 per cento le tasse sul gasolio.

Al contrario dell'impulso anarchico/verde di frenare il progresso tecnologico capitalista e abbassare i livelli di consumo, noi marxisti ci schieriamo a fianco di Big Bill Haywood, un dirigente degli Iww (Industrial Workers of the World [Operai industriali del mondo] noti anche come "Wobblies"). Quando un compagno lo rimproverò perché fumava un buon sigaro, gli rispose: "niente è troppo buono per il proletariato!" Noi marxisti riconosciamo che la storia del progresso umano è stata una lotta per padroneggiare le forze della natura. Lo sviluppo dell'agricoltura e l'addomesticamento degli animali sono state una incursione vittoriosa nella "ecologia naturale" del pianeta che hanno creato un surplus sociale, aprendo la strada per uscire dalla breve e brutale lotta per la mera sopravvivenza quotidiana della società umana delle origini. L'estensione alle masse impoverite del "Terzo mondo" di tutte quelle cose che i piccolo-borghesi di sinistra dell'Occidente danno per scontate (elettricità, scuole, acqua corrente potabile, medicinali, trasporti pubblici, computer) richiederà un enorme balzo di capacità industriale e tecnologica. Un simile balzo richiede una rivoluzione internazionale vittoriosa guidata da un'avanguardia rivoluzionaria cosciente che renda cosciente la classe operaia della sua missione e la strappi alla presa dei lacchè del capitalismo, che siano riformisti o pseudorivoluzionari.

E' proprio il servizio leale che i "verdi" nazionalisti borghesi prestano alla classe dominante ciò che li porta ad ignorare i più grandi disastri ecologici del pianeta. Per questo Joshka Fischer, il ministro degli Esteri verde del Quarto Reich, ha sostenuto a gran voce il bombardamento della Serbia. I Balcani adesso sono ricoperti di proiettili all'uranio impoverito; l'avvelenamento delle acque e la distruzione delle moderne infrastrutture sociali e industriali significano che i Balcani dovranno pagare il vero tributo di vittime negli anni a venire. Con "verdi" del genere, a che servono il Dottor Stranamore, la I.G. Farben e la Dow Chemical Company?

Analogamente, la Guerra del Golfo del 1991 contro l'Iraq ha distrutto una delle più avanzate società della regione. Dieci anni fa il tasso di mortalità infantile in Iraq era tra i più bassi del mondo e oggi è il più alto; una popolazione la cui stragrande maggioranza era alfabetizzata e aveva accesso all'assistenza medica ora viene letteralmente uccisa per fame dal continuo blocco delle Nazioni unite. La cosiddetta "sinistra" che si oppose alla devastante guerra aerea contro l'Iraq, presentava le sanzioni dell'Onu come alternativa "umanitaria". La Lci si oppose alle sanzioni come ad un atto di guerra che ha fatto più morti delle bombe. Il sostegno della falsa sinistra ai crimini sanguinosi dell'"imperialismo dei diritti umani" è l'unica spiegazione del fragoroso silenzio su queste questioni in tutta la propaganda ufficiale per le proteste "anti-globalizzazione" a Seattle, a Washington e a Praga. La Lcr francese ha fatto apertamente appello all'intervento militare imperialista in Kosovo sotto controllo dell'Osce o dell'Onu (Rouge, 1 aprile 1999). La Lrci () ha fatto un'aperta campagna per la sconfitta della forze serbe da parte dell'Uck, strumento dell'imperialismo della Nato, ha condiviso il palco a Londra con degli entusiasti sostenitori dei bombardamenti Nato, e ha festeggiato il ritiro delle truppe serbe, proclamando stupidamente che a partire dalla vittoria della Nato in Kosovo "sta maturando una situazione pre-rivoluzionaria" (Dichiarazione della Lrci dell'11 agosto 1999 "La battaglia per rovesciare Milosevic in Serbia").

Al contrario la Lci ha combattuto ovunque per la difesa militare della Serbia contro l'imperialismo Usa/Onu/Nato senza concedere il benché minimo sostegno politico allo sciovinista serbo Milosevic, proprio come in precedenza ci eravamo battuti, nella Guerra del Golfo, per mobilitare il proletariato per la sconfitta dell'imperialismo e avevamo chiaramente sostenuto la difesa dell'Iraq (si veda la Dichiarazione della Lci sulla guerra nei Balcani, dell'aprile 1999, in Spartaco n.44-45). Gli internazionalisti proletari si battono per la sconfitta della "propria" borghesia e per la difesa delle vittime della guerra imperialista. L'orgia di social-sciovinismo della sedicente sinistra è un diretto riflesso del suo sostegno ai governi europei che stavano conducendo la guerra dei Balcani. Due anni prima, l'Swp britannico aveva fatto una campagna per l'elezione di Tony Blair e aveva detto di essere "al settimo cielo" per la vittoria del più agguerrito falco della Nato in Europa. Pur avendo avuto una posizione apparentemente più di sinistra nella guerra dei Balcani rispetto all'abietta folla del "povero piccolo Kosovo", l'Swp ha svelato il suo vero gioco col suo smaccato sostegno a Tony Benn e al suo "New Labour", la cui opposizione alla guerra era impregnata dell'anti-americanismo sciovinista della "Piccola Inghilterra". Sostenere che la guerra doveva essere gestita direttamente dai porci imperialisti europei invece che da quelli americani non è proprio un movimento contro la guerra!

All'estrema destra di questo spettro nazionalista ci sono i fascisti. Lo scorso anno i nazisti tedeschi hanno manifestato contro la Guerra nei Balcani con slogan del tipo "Niente sangue tedesco per gli interessi stranieri!" L'anti-americanismo nazionalista di cui è profondamente imbevuto il movimento contro la "globalizzazione" in Europa sfuma in direzione del fascismo esplicito. Alcune organizzazioni fasciste ceche hanno in programma di inscenare delle provocazioni col loro programma genocida a Praga il 23 settembre.

Nel fuoco della prima importante guerra in Europa negli ultimi cinquant'anni, i falsi "trotskisti" si sono rivelati prodotti di decomposizione della "morte del comunismo". Oggi si destreggiano per ottenere il controllo del "movimento contro la globalizzazione". Solo uno sciocco potrebbe credere che gruppi che hanno contribuito a portare al potere gli attuali governi capitalisti europei possano ora combattere questi governi, le loro banche e istituzioni, nell'interesse degli oppressi. Lungi dal rappresentare un'alternativa marxista all'anarchismo, gli pseudo-trotskisti sono oppositori attivi del marxismo rivoluzionario incarnato nel programma e nella pratica della Lci.

 

Le basi materiali dell'opportunismo e dello sciovinismo nazionale

L'ideologia borghese, vale a dire il nazionalismo, il patriottismo, il razzismo e la religione, penetrano nella classe operaia principalmente a partire dallo strumento dei "luogotenenti della classe capitalista nel movimento operaio", le burocrazie sindacali parassitarie che si basano su di uno strato superiore privilegiato della classe operaia. Se non vengono sostituiti da una direzione rivoluzionaria questi riformisti rendono la classe operaia completamente indifesa di fronte agli attacchi capitalisti e consentono che le organizzazioni operaie siano distrutte o ridotte all'impotenza legando sempre più i sindacati allo stato capitalista. Nella sua opera del 1916, L'imperialismo, fase suprema del capitalismo, Lenin spiegò che:

"I capitalisti di uno dei tanti rami industriali, di uno dei tanti paesi ecc., raccogliendo gli alti profitti monopolistici hanno la possibilità di corrompere singoli strati di operai e, transitoriamente, perfino considerevoli minoranze di essi, schierandole a fianco della borghesia del rispettivo ramo industriale o della rispettiva nazione contro tutte le altre. Questa tendenza è rafforzata dall'aspro antagonismo esistente tra le nazioni imperialiste a motivo della spartizione del mondo. Così sorge un legame tra l'imperialismo e l'opportunismo; (...) Più pericolosi di tutti, da questo punto di vista, sono coloro (come il menscevico Martov) i quali non vogliono capire che la lotta contro l'imperialismo, se non è indissolubilmente legata con la lotta contro l'opportunismo, è una frase vuota e falsa".

Lo sciovinismo nazionale e l'abietta capitolazione degli organizzatori del movimento contro la "globalizzazione" sono più che evidenti. Ad esempio gli organizzatori sindacali delle proteste contro il Wto a Seattle si sono uniti a forze anticomuniste d'estrema destra nelle denunce della "schiavitù" negli stati operai deformati cinese e vietnamita. E' stato scaricato dell'acciaio cinese nel porto e i cartelli proclamavano: "Prima la gente, non prima la Cina". Come ad illustrare la ragione per cui Trotsky descriveva la burocrazia sindacale americana come lo strumento ideale di Wall Street per il dominio imperialista sull'America latina, i vertici sindacali americani hanno lanciato una campagna per impedire ai camionisti messicani di lavorare negli Usa. Non per nulla l'Afl-Cio viene popolarmente chiamata "Afl-Cia" in tutta l'America latina. Cosa incredibile, in Italia Rifondazione comunista e il gruppo pseudo-trotskista di Proposta innalzano la "direzione" dell'Afl-Cia a modello da imitare per gli operai europei (si veda Proposta n.27, gennaio 2000)!

Prima di Praga, l'Swp britannico si è impegnato a fondo per promuovere una manifestazione sindacale laburista in difesa del salvataggio del lavoro britannico alla fabbrica automobilistica Rover. Questa manifestazione era un oceano di Union Jack (la bandiera britannica) e di virulento sciovinismo anti-tedesco che schierava gli operai britannici contro quelli tedeschi e li legava alla classe dominante britannica. Slogan del tipo "La Gran Bretagna ha vinto due guerre mondiali, vinciamo la terza!" vi danno un'idea del veleno. Dopo la Rover, l'Swp si è seppellito nella campagna per l'elezione a sindaco di Londra di Ken Livingstone, un politicante laburista che ha appoggiato a gran voce il terrore imperialista contro la Serbia e lo scatenamento delle forze poliziesche nel suo paese. Quando dei manifestanti anarchici hanno sfigurato in maniera irriverente i simboli dell'imperialismo britannico durante la manifestazione del Primo Maggio a Londra, l'Swp è stato alla larga (salvo una presenza simbolica) per paura di mettere in imbarazzo il suo candidato sindaco, il "rosso" Ken Livingstone. Livingstone ha appoggiato la repressione poliziesca contro i manifestanti del Primo Maggio, diversi dei quali languono ancora in prigione o rischiano di essere condannati.

In Francia, José Bove guida le proteste di massa contro i McDonalds e le incursioni dei fast food americani nei gusti francesi. A noi interessa organizzare i lavoratori, orribilmente sottopagati, di queste catene di fast food, qualunque sia la nazionalità o la "cucina" dei loro proprietari. Inoltre, se le preferenze culturali o culinarie sono sinonimo di "imperialismo", allora seguendo i miseri lumi di José Bove dovremmo preoccuparci di quello italiano, dato che alla gente piace la pizza, che viene smerciata dalle Isole Aleutine all'Amazzonia. O è stato "imperialismo" anche il fatto che uno strumento tedesco, la macchina tipografica, ha conquistato il mondo rendendo possibile l'alfabetizzazione di massa?!

Più seriamente, lo sciovinismo nazionale e l'opportunismo dei vertici sindacali e della falsa sinistra, avvelena la coscienza di classe e la solidarietà tra gli operai, fomentando divisioni religiose, nazionali ed etniche. Negli ultimi anni ciò ha raggiunto un culmine febbrile con l'isteria anti-immigrati. Questa minaccia l'unità e l'integrità del proletariato nella resistenza agli attacchi dei capitalisti e del loro Stato. Come abbiamo notato nella Dichiarazione di principi della Lci:

"Il capitalismo moderno, cioè l'imperialismo, mettendo radici in ogni area del pianeta, nel corso della lotta di classe e come richiedono le necessità economiche, porta negli strati più bassi del proletariato nuove fonti di lavoro a buon mercato, principalmente immigrati da regioni del mondo più povere e meno sviluppate - lavoratori con pochi diritti che sono ritenuti più disponibili nei periodi di contrazione economica. Così il capitalismo crea sempre strati diversi tra gli operai, mentre allo stesso tempo amalgama operai di molti paesi diversi".

Con gli accordi di Schengen, le potenze europee hanno chiuso le frontiere agli immigrati, molti dei quali fuggivano dalla distruzione controrivoluzionaria dell'Europa orientale. Le politiche razziste contro gli immigrati degli attuali governi socialdemocratici riecheggiano la demagogia dei nazisti sulla "barca piena" e in effetti alimentano il terrore fascista. Intanto i governi socialdemocratici di fronte popolare d'Europa (governi di coalizione che coinvolgono partiti operai riformisti e partiti borghesi) cullano pericolosamente gli operai con illusioni che i socialdemocratici che hanno preparato il terreno ai fascisti li "metteranno fuorilegge". Simili divieti servono storicamente solo ad abbellire l'immagine della stessa borghesia che ricorre al fascismo quando il suo dominio è minacciato. Storicamente questi divieti contro gli "estremisti" sono stati usati contro la sinistra, non contro la destra. In Germania, nell'immediato dopoguerra, un piccolo partito neonazista fu messo fuorilegge nel 1952 per dare un tocco cosmetico alle credenziali "democratiche" degli eredi del Terzo Reich che stavano ricostruendo la Germania capitalista sotto gli auspici imperialisti americani. Il vero scopo era quello di "giustificare" il divieto costituzionale contro il Partito comunista tedesco nel 1956. Noi rivendichiamo: Pieni diritti di cittadinanza per tutti gli immigrati! Nessuna fiducia nello Stato borghese! Per delle mobilitazioni di operai/immigrati per fermare i fascisti!

Il partito è lo strumento della rivoluzione socialista

Il partito leninista è lo strumento per portare la coscienza rivoluzionaria al proletariato, per organizzare le lotte proletarie e guidarle al consolidamento vittorioso in una rivoluzione socialista. Un partito rivoluzionario deve combattere ogni specie di ingiustizia sociale e tutti i modi in cui si manifesta l'oppressione. Parte centrale del nostro compito è quella di combattere ogni forma di oppressione delle donne e "tutta la vecchia merda" che è ritornata sotto forma di oscurantismo religioso, attacchi al diritto d'aborto e bigottismo anti-gay. Legare l'audacia della gioventù al potere sociale del proletariato è cruciale per la battaglia per una nuova società socialista.

Il nostro obiettivo è una direzione rivoluzionaria i cui quadri devono essere messi alla prova e addestrati nella lotta di classe. La strada per raggiungerlo è che le forze, attualmente limitate, che aderiscono al programma di Lenin e di Trotsky forgino dei partiti con l'esperienza, la volontà rivoluzionaria e sufficiente autorità tra le masse per condurre delle rivoluzioni proletarie vittoriose. Per il compito di guidare gli operai e gli oppressi alla vittoria del socialismo è assolutamente indispensabile una riforgiata Quarta Internazionale trotskista. Non abbiamo nessuna illusione che questa sarà una strada facile e riconosciamo che il possesso della tecnologia dell'olocausto nucleare da parte di una classe dominante irrazionale e genocida restringe le possibilità: non abbiamo molto tempo.

Siamo guidati dal programma e dalle pratiche del comunismo autentico. Come scrisse Trotsky ne L'agonia mortale del capitalismo e i compiti della Quarta Internazionale (1938): "Guardare in faccia la realtà; non cercare la linea di minor resistenza; chiamare le cose col loro nome; dire la verità alle masse, per amara che sia; non temere gli ostacoli; osservare il rigore nelle piccole cose come nelle grandi; basare il proprio programma sulla logica della lotta di classe; osare quando giunge l'ora dell'azione, queste sono le norme della Quarta Internazionale". Unitevi alla Lega comunista internazionale!

SPARTACO Organo della Lega trotskista d'Italia
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